S. Colasanti: L’ultimo viaggio di Sindbad
Rassegna stampa della prima esecuzione assoluta de L’ultimo viaggio di Sindbad di Silvia Colasanti, andato in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 16 al 23 ottobre 2024.
Non c’è nulla di superfluo nemmeno nella direzione di Enrico Pagano, il timoniere di questo Ultimo viaggio di Sindbad. Il gesto tanto asciutto quanto chiaro è lo specchio di una lettura più che scrupolosa della partitura di Colasanti, dalla quale Pagano distilla tutta l’intensità emotiva rendendosi garante del prezioso equilibrio tra esattezza dell’esecuzione e necessità espressive, così come tiene saldamente le redini di palco e buca, peraltro con un bel supporto al canto.
Luca Fialdini su Opera Click
Un gran merito naturalmente nel dar vigore e disciplina alle mille dinamiche, al non facile equilibrio fra il piano delle voci e degli impasti sonori, oltre a garantire a ogni tassello l’esatta tensione narrativa e drammatica, spetta al giovane maestro sul podio Enrico Pagano, bel talento classe 1995 al suo debutto nella programmazione della Fondazione lirica capitolina
Paola De Simone su Connessi all'opera
Assai attenta e sensibile, forse la cosa migliore della serata, ci è parsa la direzione di Enrico Pagano, un giovane romano che si va affermando un po’ ovunque e che qui ha mostrato gesto incisivo e bella scienza del colore orchestrale.
Maurizio Modugno su Rivista MUSICA
Il direttore Enrico Pagano legge con intelligenza questo progetto di nuova scrittura melodrammatica e segue attento il canto di ogni personaggio, la voce di ogni strumento.
Dino Villatico su il Manifesto
Sul piano esecutivo, il direttore Enrico Saverio Pagano, molto ben corrisposto dall’orchestra, ha retto con bella sicurezza le fila della partitura, ed è riuscito a valorizzare alcune intuizioni della scrittura di Silvia Colasanti, come ad esempio nel mormorìo del mare spesso in sottofondo, o nella presenza di alcuni strumenti etnici.
Francesco Saponaro su MusicPaper
L’opera infatti risulta non solo vita, ma in piena salute, pronta a captare temi contemporanei come facevano i maestri dell’Ottocento, per declinarli con temi sorprendenti, ultra contemporanei ma leggibili, accessibili, restituiti alla perfezione dal giovane direttore Enrico Pagano con un’attenzione particolare per le melodie, un’intensità studiatissima per le parti corali e per quelle solisti del flauti, dell’arpa, delle percussioni, dell’oud, dello chalumeau.
Marina Valensise su Le salon musical
L’interesse maggiore si concentra non tanto sulle voci soliste ma sull’orchestra, che con sonorità prevalentemente leggere e liquide crea una gamma inesauribile di colori ora lucenti e ora velati, ora sereni e ora inquietanti, sempre cangianti come la superficie del mare e i riflessi del sole e della luna sulle sue acque delicatamente increspate o tempestose (da sottolineare l’attenta e preziosa direzione del giovane Enrico Pagano).
Mauro Mariani su Il giornale della musica
L’orchestra guidata dal sempre più sorprendente Enrico Saverio Pagano ha proprio ricamato con soli o ensemble, fino all’apoteosi finale. Bravi.
Ippolita Papale su Inside the show